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giovedì 16 febbraio 2012

Musica Vera...

La musica che parla senza parole...
La musica che emoziona e che dà un pugno nello stomaco...
La musica che vive fra strazi e grazia incontenibile...

Musica Classica...




E Musica Contemporanea...

domenica 20 marzo 2011

TERRA - poesia

Scovo con l'occhio dalla mia fenestra,                       
Sotto si stende alla vista un podere,
La terra impregnata dal caldo punge
e mi fa sussultare.
Sopra il cielo è pallido e calmo,
non v'è ombra di un turbamento.
Il mio animo si imbatte in pendii scoscesi
fatti di nuvole e di maggese.
Immagini ritornano a rimembrarmi questa vita
quando fanciullo anch'io
carezzavo le spighe e gli ulivi calmi,
con il viso e i piedi scottati dal sole.
Ho nostalgia di quel pargoletto ricciolo
e del suo sorriso.
Ho nostalgia di questa terra forte
e dei suoi infiniti odori.

Iямa

venerdì 18 marzo 2011

La ragazza con l'orecchino di perla (film, 2003)

Nell'Olanda della seconda metà del XVII secolo, la giovane Griet (Scarlett Johansson) è una ragazza che vive a Delft intorno al 1660. Suo padre è un pittore di ceramiche divenuto cieco per un incidente sul lavoro; a causa delle difficoltà economiche familiari Griet viene mandata a servire a casa del pittore Jan Vermeer (Colin Firth). Emerge presto che anche Vermeer ha difficoltà a mantenere il suo elevato tenore di vita, tenuto conto del fatto che sua moglie mette al mondo un gran numero di figli e che lui non riesce a produrre più di due o tre quadri all'anno data la sua smania di perfezione. Con il tempo, Griet si abitua alla sua nuova vita e mostra segretamente interesse e innata comprensione riguardo ai colori ed alla pittura. Notando ciò, Vermeer le insegna come preparare i colori per i suoi dipinti, ma tiene segreti questi incontri a sua moglie. Mentre Griet svolge le commissioni fuori casa, incontra un giovane di nome Pieter, che viene attratto da lei, ma Griet non mostra subito di ricambiare i suoi sentimenti.
Anche il mecenate di Vermeer, Van Ruijven, prova attrazione per Griet e chiede a Vermeer di farla lavorare per lui. Vermeer rifiuta, ma per mantenere buone relazioni con Van Ruijven, la sua sola fonte di reddito, deve accettare l'incarico di dipingere per lui un ritratto di Griet. In realtà Vermeer prova un desiderio personale di ritrarla, ma sa che deve nasconderlo a sua moglie. Nel periodo in cui Vermeer dipinge il quadro, la sua relazione con Griet diviene più intima, mentre peggiora quella con la moglie, così che quest'ultima mostra sempre maggiore ostilità verso la ragazza. Infatti e loro differenze culturali e sociali non impediscono che il pittore scopra nella ragazza una particolare predisposizione all'arte: di lei farà la sua musa ispiratrice nonché modella per un ritratto che rimarrà icona della pittura fiamminga. Quando il dipinto è ormai ultimato, la moglie di Vermeer scopre la verità, incluso il fatto che Vermeer aveva ritratto Griet con i suoi orecchini di perla. Nel confronto finale con Griet, la moglie si sente insultata dal marito quando questi le dice di aver dipinto Griet anziché lei perché quest'ultima riusciva a capire meglio la sua arte. Griet viene allontanata dalla casa e va a vivere con Pieter. La scena finale vede Tanneke che porta gli orecchini di perla a Griet, implicitamente da parte di Vermeer. Sguardi complici e silenzi carichi di emozioni riempiono le atmosfere barocche di cui il film del britannico Peter Webber è abile testimone. 

Ho trovato questo film davvero splendido ed    all'altezza del libro omonimo della scrittrice Tracy Chevalier. Mi ha incantato il personaggio di Griet e fatto scorgere attraverso le sue giornate, la vita e le angustie di Delft. 

martedì 15 marzo 2011

SAFFO - Σαπφώ (Ereso, 640 a.C. – Leucade, 570 a.C. circa)

Saffo è stata una poetessa greca vissuta tra il VII e il VI secolo a.C.
Nata a Mitilene (secondo altri, più probabilmente, ad Ereso), nell'isola da Lesbo, Saffo appartenne ad una famiglia aristocratica, come indica il nome del padre, Scamandronimo.
Dei suoi fratelli, la poetessa nomina Carasso, che sappiamo essere stato mercante: secondo Erodoto (II, 134-35) il fratello di Saffo si rovinò per amore della cortigiana Rodopi, ricevendo un rimprovero dalla sorella in un componimento di cui ci resta un ampio frammento.
La sua posizione aristocratica la portò ad essere maestra di un tiaso, una comunità socio-rituale in cui le ragazze di buona famiglia venivano istruite nelle arti e lettere e nelle ritualità domestiche, per diventare buone spose: non a caso, le divinità più frequentemente menzionate nei frammenti saffici sono Era, dea delle nozze, ed Afrodite, dea dell'amore. 
Dal mercante Cercila di Andro, la poetessa ebbe una figlia con lo stesso nome di sua madre, Cleide, come lei stessa ci informa in un affettuoso frammento.
Probabilmente giunse alla vecchiaia, se in un frammento lamenta l'inarrestabile declino fisico che non le impedisce di godere della bellezza. E' invece invenzione dei comici attici (e ripresa da Ovidio nelle Heroides) la storia che la vuole innamorata del bel barcaiolo Faone, rifiutata dal quale si sarebbe gettata in mare dalla rupe di Leucade.

La sua poesia scaturì dalle emozioni vissute all'interno del raffinato sodalizio femminile da lei diretto, e l'incanto dei suoi versi sta nell'assoluta naturalezza con cui si esprimono le vibrazioni sottili e tormentose dei sentimenti.
Per quanto riguarda la produzione letteraria, l’opera di Saffo è composta nel dialetto eolico della sua patria.
Venne curata da grammatici alessandrini e suddivisa in nove libri, a seconda dei diversi metri usati. Attualmente abbiamo a disposizione un’intera ode, parti di altre odi, giunteci anche tramite citazioni indirette, e un considerevole numero di frammenti più brevi. 


lunedì 14 marzo 2011

IL CORVO

Non lo vidi più, così, semplicemente, era sparito come tutte le altre volte. Sembrava un uccello trasportato dal vento, richiamato da un canto melodioso e impercettibile; la libertà. Era sempre uguale. Però non sapevi mai dove trovarlo, si nascondeva e si librava fra le vie della città. Le sue piume erano nere e morbide, e ancor più fervida era la mia immaginazione, che lo pensavo come un corvo solitario, col becco adunco e sporgente e con la vita che gli stava davanti, a un palmo, ma lui non riusciva a prenderla. La inseguiva volando in un'altra dimensione, per poi ritrovarla sempre lì, a un istante di distanza. Ecco allora che diventava esausto e si lasciava cadere sul tetto di una casa, e lì aspettava. Aspettava il domani che sarebbe stato uguale al giorno prima. E a quello prima ancora. Io non lo so cosa pensasse. Me lo chiedevo tutti i giorni, o povero corvo stolto, che cosa si provasse. Avere le ali nel vento e la vita sfuggente, io che ero tanto diversa ma anche tanto uguale. Quando tornava mi sorrideva, complice, e non mi guardava. Non sapevo cosa facesse fuori. Non sapevo niente, ma intuivo tutto. 
Iямa

BENVENUTI

 Salve a tutti!
 Questo è il mio blog dove scrivo racconti e commento libri e film...
è un piccolo angolo d'erba verde e soffice, qui si possono fare chiacchiere tranquille e spensierate...
troveranno posto anche, qua e là, le mie poesie e riflessioni che ritengo di maggiore importanza...

Spero che mi seguirete!
Iямa